“Non vedo futuro per i negozi tradizionali se non riusciamo a specializzarli: essere generalisti non paga più, perciò dobbiamo riqualificarli tenendo conto del territorio. Marche e Abruzzo hanno tanti piccoli comuni di 1.000-1.500 abitanti sulle colline, lì i nostri negozi Margherita continuano a dare un servizio, anche in termini di presidio sociale. Ma anche in questo caso, bisogna avere creatività per essere scelti e apprezzati: di certo le sfide non mancano”. Antonio Di Ferdinando, direttore generale di Conad Adriatico, traccia le linee strategiche della cooperativa che opera in Marche, Abruzzo e Molise (leader con una quota del 24,9%), Molise (20,6%), Puglia e Basilicata, oltre che in Albania e in Kosovo.
Cosa rappresenta per voi l’Albania?
Dopo 11 anni possiamo dire che è un’esperienza bella e positiva. Oggi abbiamo 41 supermercati con una superficie media intorno ai 500 mq e siamo leader di mercato: dato che lo stipendio medio intorno ai 280 euro, i nostri negozi sono riservati ai redditi più elevati: i prodotti costano quasi come in Italia, perché, è vero che il costo del personale è relativamente basso, ma rimane alta l’incidenza di trasporti e accise. E anche qui l’alimentare italiano è visto un’eccellenza.
Producete in Albania?
Come Conad no, perché è fuori dalla Comunità Europea. Peccato, perché i camion che tornano vuoti in Italia potrebbero trasportare pesce e ortofrutta dai sapori antichi, visto che in Albania si produce ancora senza chimica. L’ortofrutta che acquistiamo lì è tutta per i nostri super locali, che hanno un’incidenza delle pl Conad di circa il 50%.
Per leggere tutta l’intervista, cliccare al seguente link: Conad Adriatico: il nostro orizzonte è la crescita
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