Almeno 75 grandi aziende in Albania dovranno provvedere a garantire la propria fornitura di energia elettrica tramite produttori privati, e non più dall’operatore pubblico di distribuzione Osshe. Il provvedimento rientra nel processo di liberalizzazione del mercato energetico e riguarda quelle imprese legate alla rete di 35 kilovolt. Secondo il portale albanese di informazione economica, “Monitor.al“, l’Osshe ha già inviato una lettera alle aziende interessate, precisando che nel caso dovessero rivolgersi sempre ad essa, come ultima scelta, allora come previsto dalle regole stabilite dall’Autorità per l’energia (Ere), saranno costretti a pagare un prezzo del 10 per cento maggiore rispetto a quello fissato dalle borse internazionali. Le importazioni di energia elettrica effettuate dall’operatore di distribuzione albanese (Osshe) per le forniture durante il 2017 ammontano a 172 milioni di euro: lo ha dichiarato nelle scorse settimane Elton Sevrani, direttore della divisione commerciale dell’Osshe, in un’intervista a un’emittente nazionale. Calcolando anche l’Iva del 20 per cento, il totale speso per gli acquisti all’estero sale a 206 milioni di euro, ovvero circa il triplo delle importazioni nel 2016. L’Osshe ha garantito ormai anche le forniture per il mese di dicembre, di cui solo il 30 per cento sarà ottenuto dalla produzione locale. Dallo scorso giugno, il settore dell’energia elettrica in Albania, basato interamente sulle fonti idriche, si trova in difficoltà a causa della prolungata siccità che ha investito il paese. L’Osshe prevede di importare energia anche per i primi due mesi del 2018:
“Stando ai prezzi sulle Borse, dovremmo spendere almeno 50 milioni di euro”,
ha spiegato Sevrani.
La crisi del settore di energia elettrica in Albania viene vista quale un pericolo per l’attuazione della legge finanziaria 2018.
“Il rischio è che la siccità possa proseguire, cosa che noi non riusciamo a prevedere, portando ad un calo della produzione. Fino adesso, la produzione del 2017, risulta essere di 1,4 terawatt in meno“, ha osservato in precedenza il ministro dell’Energia albanese Elton Sevrani. Il calo della produzione porta ad un incremento delle importazioni, mettendo in difficoltà finanziarie gli operatori del settore. L’azienda di distribuzione di energia, Osshe, è stata costretta da mesi a ricorrere alle importazioni dall’estero, dopo che Kesh, l’azienda che gestisce le centrali idroelettriche, ha ridotto la propria produzione. Il governo di Tirana da parte sua è stato costretto ad intervenire, stanziando ad agosto a favore dell’Osshe 30 miliardi di lek (22,3 milioni di euro) andati ad aggiungersi agli 1,5 miliardi di lek (11,1 milioni di euro) già previsti. Il finanziamento è andato per il rimborso dei crediti che l’azienda ha nei confronti delle banche. Due mesi fa, il governo ha deciso di concedere un altro prestito di un miliardo di lek (7,5 milioni di euro) per fare fronte alle importazioni per il mese di novembre e dicembre.
“La fragilità del settore energetico di fronte alle condizioni meteorologiche rappresenta un serio pericolo. Nel caso di un peggioramento della situazione, questa vulnerabilità potrebbe provocare un effetto domino su tutti gli operatori del sistema, mettendo a rischio anche i provvedimenti adottati nell’ambito della riforma del settore”,
spiega anche un’analisi realizzata dal ministero delle Finanze, sempre in funzione della finanziaria 2018.
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