Il governo albanese punterà sulla realizzazione di una serie di riforme per promuovere la crescita economica del paese, mentre ha deciso di rinunciare ad un ulteriore aumento delle tasse: lo rivela il programma economico per i prossimi tre anni fino al 2018. “Le nostre priorità saranno orientate verso il consolidamento fiscale e il rafforzamento della gestione della spesa pubblica, la riduzione dei problemi nel settore di infrastruttura e le riforme regolatorie”, spiega il documento, aggiungendo che tra gli obiettivi principali “sarà quello di ridurre gli ostacoli di sviluppo e migliorare la competitività “. Le autorità albanesi si aspettano una riduzione del tasso del debito pubblico, che alla fine del 2015, risulterebbe attestarsi a circa 72,6 per cento. Fino al 2018, il governo si impegna a farlo scendere al di sotto della quota del 64 per cento del Pil nazionale.
Il programma economico a medio termine prevede la realizzazione di 17 riforme, a partire dall’ulteriore liberalizzazione del mercato energetico, alla diversificazione delle fonti energetiche con focus sulla gasificazione del paese, dal miglioramento dell’infrastruttura del porto di Durazzo, il più grande del paese, allo studio di fattibilità per la costruzione del corridoio adriatico-ionico. La strategia del governo punta anche sulla connettività, con interventi al quadro legislativo e regolatorio per le reti broadband ad alta velocità. Particolare attenzione riservata anche al settore agricolo ed alla standardizzazione del turismo. “Per promuovere il settore privato, il programma economico, sarà centrato a limitare gli ostacoli per le imprese ed il miglioramento dell’accesso ai finanziamenti”, sottolinea il documento.
La domanda aggregata dovrebbe essere secondo il documento, il generatore della crescita seguito dal consumo privato e gli investimenti in crescita. “Il consumo privato dovrebbe incrementare con un tasso medio del 3,1 per cento su base annua per i prossimi tre anni, mentre si attende una accellerata attività delle esportazioni dei beni e dei servizi, in particolare del turismo, ad eccezione del settore petrolifero. La crescita prevista è di una media del 5,7 per cento su base annua”, spiega il rapporto del governo, sottolineando che “la domanda estera continuerà ad avere un contributo negativo, a causa delle alte importazioni, in particolare da quelle dei due grandi progetti in corso di realizzazione, il gasdotto TransAdriatic Pipeline (Tap), e la centrale idroelettrica Statkraft-Devoll Hydropower”. Ma nello stesso tempo gli investimenti per la realizzazione di questi due progetti dovrebbero incidere positivamente sulla crescita economica con un contributo medio del 9,5 per cento.
I ritmi di crescita economica per il periodo a medio termine “dovrebbero generare maggiori posti di lavoro rispetto al passato, anche perchè l’attività di alcuni dei settori principali che offrono più occupazione, dovrebbe proseguire a fare da traino”, osserva il documento. In particolare l’agricoltura, l’industria manifatturiera ed il turismo dovrebbero registrare un andamento migliore rispetto agli altri settori dell’economia. In totale, l’occupazione dovrebbe crescere ad un ritmo del 4 per cento circa, su base annua. Il settore edile è un altro comparto con un andamento positivo nei prossimi tre anni. La sua crescita, secondo il programma triennale, dovrebbe essere di una media del 6,6 per cento, “anche se si tratta di una situazione ancora al di sotto delle quote registrate prima dell’inizio della crisi finanziaria globale nel 2008”.