Giovedì sera, al termine della visita (blindatissima) di Netanyahu all’Expo: padiglione di Israele, poi Cina, Stati Uniti e infine lo spazio italiano. Tutto bellissimo, «un grande successo», ripete lui davanti ai microfoni e in separate sedi. Al tavolo del ristorante gestito da Peck siedono anche la moglie del premier israeliano, Sara, e il commissario del Padiglione Italia Diana Bracco. Si parla ancora di Expo, «un’organizzazione davvero incredibile per un evento con così tante complessità», si complimenta. Poi la politica interna: «Ho sentito che il vostro primo ministro Matteo Renzi sta avviando una manovra per abbattere le tasse», è lo spunto. Ed ecco la domanda a Sala: «Ma lei quanto paga di tasse?». «Mah, circa il 50 per cento.
Prima ha sgranato gli occhi: «What?!». Poi ha chiesto una penna e, disegnando un grafico sul retro del foglio con il menù della cena, Benjamin Netanyahu ha improvvisato la lezione di fiscalità. Suo interlocutore, nella saletta riservata del ristorante di Palazzo Italia, il commissario unico di Expo Giuseppe Sala. Proviamo a ricostruire la scena.
Stupore di Netanyahu: «Come?!». Il premier scuote la testa e chiede a Sala una penna. La discussione si anima e interviene anche Diana Bracco, che è imprenditrice ed è stata ai vertici dell’associazione degli industriali: «Per le aziende è peggio, la tassazione in Italia è altissima».
Arriva il cameriere con la penna e Netanyahu illustra il principio della curva di Laffer su un asse c’è il «tax rate», l’aliquota fiscale e sull’altro le «tax revenues», le entrate fiscali. Se tu tieni al massimo di 100 o al minimo di 0 (zero, ndr) le tasse, quello che incassi è sempre zero. Se tracci però la curva che incrocia i due dati, trovi un punto di equilibrio e verifichi che risali questa curva solo diminuendo le tasse. «Noi abbiamo fatto così — garantisce il premier israeliano — e ha funzionato. Siamo riusciti a tagliare l’aliquota fiscale dal 36 al 25 per cento e gli introiti fiscali sono cresciuti». Netanyahu, che fino al 2005 è stato ministro delle Finanze, garantisce che la teoria funzioni. Sala e Bracco ascoltano e memorizzano la curva di Laffer. La cena, dopo il risotto alla milanese, prosegue con il «branzino all’amo arrostito in foglie di lattuga, bottarga e vellutata di zucchine in fiore». Sala piega il foglio dove, dietro agli elaborati nomi dei piatti serviti, c’è la ricetta per pagare meno tasse garantendo più entrate allo Stato: «Posso conservarlo? chiede a Netanyahu. «Certo, non è un segreto».
COME E’ POSSIBILE DIMEZZARE TUTTE LE IMPOSTE CONTRIBUTI E TASSE RIMETTERE 400 MLD IN TASCA AI CITTADINI E ANDARE LO STESSO A PAREGGIO DI BILANCIO ?
Noi abbiamo una Spesa Pubblica di 870 MLD di eu circa, che è anche il nostro gettito fiscale
Paghiamo l’88% di imposte, contributi e tasse complessive, su Reddito 23% Irpef + 33% Inps (49%) e sui Consumi 64,8% indirette dentro i prezzi + 22% iva + 3% locali (71%) = 88%
Se noi dovessimo ridurre le tasse complessive dal 88% al 42%, Reddito 5% Irpef + 20% Inps (24%) Consumi 20% indirette + 5% Iva + 1% locali (24%) = 42%, cosa succederebbe ?
Il taglio fiscale è di 400 MLD di eu circa, su una spesa
pubblica/gettito fiscale di 870 MLD, quindi avremo :
870 MLD gettito – 400 MLD taglio = 470 MLD di gettito residuo
Ma se tagliamo le tasse ai cittadini, anche lo Stato subirà lo stesso taglio delle tasse sulla spesa pubblica, cioè sulle imposte indirette ed iva delle fatture da pagare ai fornitori, sulle imposte e contributi da pagare sui salari dei dipendenti pubblici, Irpef ed Inps, che su una tassazione complessiva di 388 MLD, passerebbe a 192 MLD di eu anno, la metà appunto.
Quindi :
870 MLD spesa – 192 MLD taglio tasse = 678 MLD nuova spesa pubblica
Ora, dopo il taglio fiscale, noi non dovremo piu’ raggiungere la quota della vecchia spesa pubblica di 870 MLD, ma quella nuova, detassata di 678 MLD.
Un taglio fiscale di 400 MLD di eu anno, che ritornano nelle tasche di imprese e cittadini, con le nuove aliquote produce un extragettito fiscale, come minimo di 168 MLD di eu anno.
Quindi :
470 MLD gettito residuo +168 MLD extragettito = 638 MLD di eu di nuovo gettito
638 MLD di nuovo gettito, non coprono ancora la nuova spesa pubblica, e cioè
678 nuova spesa – 638 nuovo gettito = 40 MLD di differenza negativa
40 MLD di eu sono circa il 2,3% del nostro Pil, il deficit che facciamo ogni anno, per andare a compensare il gettito fiscale che non è sufficente per la spesa pubblica che è piu’ alta, quindi avremo :
638 MLD nuovo gettito + 40 MLD di deficit = 678 MLD nuova spesa, pareggio di bilancio
Abbiamo raggiunto il pareggio di bilancio con 40 MLD di deficit, come facciamo ogni anno, ma con la differenza che abbiamo spostato 400 MLD di eu dallo Stato alle tasche dei cittadini ed imprese, sono 555 Eu mese a cittadino, 833 Eu mese a lavoratore, non poco è quasi un reddito a cittadino.
Questo accade i 1° anno, nel 2° anno, che il taglio fiscale rimane, avremo un extragettito fiscale ancora superiore, dato che riprende la domanda interna, i salari sono piu’ alti, i prezzi al consumo sono piu’ bassi, aumentano i consumi e le produzioni industriali, aumenta l’export perche le imprese detassate sono piu’ competitive, aumenta l’occupazione, piu’ lavoratori che pagano le tasse sui redditi e sui consumi, aprono nuove attività, ritornano in patria le imprese delocalizzate all’estero, arrivano investitori esteri a produrre nel nostro bel paese, e di conseguenza lo Stato avrà denaro sufficente per ripagare il deficit del 1° anno e andrà anche in avanzo primario.
Negli anni successivi, farà solo avanzo primario, andando a far crescere il Pil dal 12% al 6% al 3%, per diversi anni, ridurrà il rapporto debito/pil dal 150% al 100%, e poi al 60%, andra ad investire l’avanzo primario in sostegno alla disoccupazione, instaurando il Reddito di Disoccupazione permanente di 500 eu mese, fortunatamente per sempre meno disoccupati, andrà ad instaurare una Pensione di Base Fiscale di 1.000 Eu mese, a copertura dell’assistenza, 64 MLD spostati da Inps al fisco, pensioni sociali di invalidità, alleggerndo dall’Inps, a compensazione delle pensioni piu’ basse retributive ricalcolate al contributivo, altri 70 MLD risparmiati dall’Inps, fino a poter iniziare a rimborsare il debito pubblico contratto illecitamente.
A completamento della riforma fiscale, la riforma Inps, che rimette 3 mln di lavoratori over 60 in pensione, oltre che riportare al fisco i costi dell’assistenza, e ricalcolando tutte le pensioni dal retributivo al contributivo, la riforma della scuola che rimette 2,5 mln di giovani che oggi non lavorano e non studiano a scuola fino a 18 anni, la riforma dell’esercito e della protezione civile, che rimette 500 mila giovani anno al servizio di leva civile e militare, ed infine le Statalizzazioni dei servizi pubblici, delle imprese strategiche, del 3° settore, che andranno a rimettere oltre 250 MLD di eu di utili allo Stato, e che permetteranno ancora di abbassare le tasse dal 42% al 28%, utili che oggi, grazie alle privatizzazioni, vanno in tasca a privati, faccendieri, politici, associazioni, fondazioni, onlus, ong, cooperative e mafie.
Marco cristofoli Moneta Pubblica
"Mi piace""Mi piace"